Chi beve alcolici in quantità elevate può donare ugualmente il sangue? Dosi (Organizzazione Mondiale della Sanità)

La dose alcolica giornaliera non deve superare, secondo i parametri di rischio per la salute definiti dall’OMS, 0,5 grammi per litro. Questi parametri corrispondono a circa 3 bicchieri di vino o una birra media (0,7 litri per gli uomini) e due bicchieri di vino o una birra piccola (0,5 litri per le donne).

Cosa succede nel nostro organismo quando beviamo

Quando è ingerito in dosi moderate l’alcol viene ossidato grazie ad un meccanismo fisiologico, questa reazione libera 7 calorie per grammo d’alcol che sono utilizzabili fisiologicamente per un totale di circa 600-700 calorie. Quando è assorbito in dosi maggiori o quando si tratta di un soggetto alcolizzato o denutrito, l’alcol viene bruciato da un altro meccanismo ancora poco conosciuto e diventa pericoloso per l’organismo.

Alcolemia

E’ la concentrazione di alcol nel sangue e si esprime con il numero di milligrammi presenti su 100 millilitri di sangue.
L’alcol viene rapidamente assorbito dall’apparato digerente e poi diffuso nel sangue e nei liquidi organici. Il tasso alcolico per litro di sangue, o alcolemia, aumenta rapidamente dopo l’ingestione di una bevanda alcolica. Raggiunge il massimo livello dopo 45 minuti circa e ritorna a zero in un lasso di tempo variabile tra 6 e 20 ore dopo aver raggiunto la punta più elevata. Mantenendo uguale quantità di alcol ingerito, questo tasso è più basso quando lo stomaco è pieno di alimenti (grassi e zuccheri) ed è più elevato per dei liquidi a forte gradazione alcolica (cognac, whisky, etc.). A digiuno l’ingestione, in un breve lasso di tempo, di tre quarti di litro di vino fa salire l’alcolemia ad un tasso variabile tra 0,50 e o,80, mentre l’ingestione di 2 litri fa arrivare a 2 o 3 grammi d’alcol per litro di sangue. Contrariamente a quanto si dice e si pensa, né il freddo, né lo sforzo fisico, né un caffé o una doccia fredda ne accelerano l’eliminazione, anche chi svolge lavori pesanti non elimina più in fretta l’alcol rispetto a chi lavora in ufficio. Inoltre l’alcol non “scalda” i muscoli!

I danni provocati dall’alcol (Ministero della Salute)

Nel calcolo della mortalità correlata all’abuso di alcol si tiene conto che provoca danni all’organismo non solo in forma diretta e a seguito di cronico abuso (psicosi alcolica, cirrosi epatica, alcuni tumori, etc.), ma anche in forma indiretta e con consumi anche limitati (incidenti stradali, domestici, e sul lavoro).

Nell’intera Europa, circa un giovane su quattro, di età compresa tra i 15 e i 29 anni, muore a causa dell’alcol che rappresenta, secondo le ultime stime, il primo fattore di rischio di invalidità, mortalità prematura e malattia cronica tra i giovani.

Alcune percentuali di alcol

  • Birra 5%
  • Cherry 18%
  • Cognac 38%
  • Gin 38%
  • Gin fizz 30%
  • Liquore 30%
  • Porto 18%
  • Vermouth 18%
  • Vino da pasto 11%

Da quanto riportato si evince che l’assunzione cronica di alcol in elevate quantità, cioè maggiore di quella consentita e metabolizzata, è da considerare a tutti gli effetti una malattia che determina un danno a diversi organi come ad esempio il fegato, l’apparato cardiocircolatorio e, nelle forme più gravi e avanzate, può dare disturbi neuropsichiatrici.

In base a questo un soggetto che assume grandi quantitativi di alcol abitualmente non può donare il sangue e neppure il plasma.

L’assunzione di elevate quantità di alcol in maniera occasionale, come ad esempio può avvenire ad una cena, ad una festa, controindica la donazione solo per alcuni giorni, sia per dare la possibilità al donatore di “riprendersi”, sia perché le transaminasi* che per legge dobbiamo controllare ad ogni donazione risulterebbero aumentate e quindi saremmo costretti a “scartare ” l’unità donata.

Che strumenti abbiamo per capire se un donatore assume grandi quantitativi di alcol? Cioè come facciamo ad accorgercene?

In genere da alcuni esami del sangue si possono rilevare alterazioni dei valori epatici (transaminasi* ALT ad ogni donazione e GammaGT), dei valori metabolici (trigliceridi, colesterolo, glicemia) che vengono controllati una volta l’anno ( fanno parte degli esami periodici). Il donatore ogni volta che dona viene valutato attentamente dal medico addetto alla raccolta sia da un punto di vista psicologico che attraverso una visita medica. Ad ogni donazione deve inoltre compilare una questionario in cui fra le varie domande gli si chiede: ” sei dedito all’alcol?”, inteso come uso smodato. Periodicamente il medico integra la domanda chiedendogli dettagliatamente che cosa beve, in che misura, con che periodicità, così come gli chiede se fa sport, fuma o quant’altro serva per inquadrare il suo stato di salute.

Non è prevista dalla normativa vigente il controllo dell’alcolemia dei donatori, né per la donazione di sangue e neppure per la donazione di plasma. Un eccesso di calorie prodotte dagli alcolici potrebbe determinare un aumento dei trigliceridi per cui il sangue e il plasma donati assumerebbero un aspetto “chioso”, torbido biancastro, come se appunto nel plasma ci fosse un’elevata quantità di sostanze alimentari e questo ci impedisce di utilizzare l’unità donata. Questa situazione si verifica in genere più per una mangiata o una bevuta abbondante la sera prima.

Comunque in caso di eccesso cronico, il donatore potrebbe non riferircelo, avere gli esami del sangue normali, avere l’elettrocardiogramma normale, etc. e quindi questa informazione potrebbe non emergere. Come per tante altre problematiche connesse alla donazione, come ad esempio i comportamenti sessuali e l’uso di droghe, abbiamo bisogno che il donatore si metta “completamente” a disposizione, dica comunque e sempre la verità, per permettere di valutare la sua idoneità avendo a disposizione tutte le informazioni necessarie.

 

*Transaminasi: sono enzimi prodotti dal fegato (e dai muscoli). Ne esistono parecchi, ma quelli che vengono valutati sono due: SGPT (transaminasi glutammico-piruvica o ALT alanina aminotransferasi) e SGOT (transaminasi glutammico-ossalacetica o AST aspartato aminotransferasi), che nell’adulto sano hanno valori normali pari rispettivamente a 5-40 UI e 5-35 UI per litro.
La GPT è localizzata prevalentemente nelle cellule del fegato perciò un suo incremento nel sangue si verifica quando le cellule epatiche sono state danneggiate o distrutte. Tutti i tipi di malattie del fegato, virale, alcolica, da farmaco, ecc. causano danno delle cellule e quindi possono portare a livelli elevati nel siero della GPT.
La GOT è meno specifica perché si trova anche in altri organi e apparati (cuore, muscoli). Valori particolarmente elevati della SGPT e della SGOT (pari a 300 e più unità internazionali) sono frequenti soprattutto quando è in corso un’epatite virale acuta. In molti casi di malattie epatiche causate da virus il rapporto SGPT/SGOT è superiore a 1 e nel 50 per cento dei malati l’SGPT supera il valore di 500 UI, mentre nelle forme di origine alcolica o tossica l’aumento sierico della SGOT è superiore a quello della SGPT (rapporto SGPT/SGOT inferiore a 1).