Donatori di Forlì e Cesena molto… concentrati!

Sono una confezione di Fattore VIII e viaggio verso il futuro. Nella mia scatolina ci sono una polverina e un flaconcino di acqua purificata. Sulla mia confezione è impresso un logo, o pittigramma, che dice chi sono. Sono un farmaco prodotto utilizzando il plasma di donatori volontari, che hanno gratuitamente offerto qualcosa di veramente importante senza chiedersi a chi servirà, e senza aspettarsi nulla in cambio. Per questo c’è il pittogramma: è un modo per dire grazie, per farvi sapere quanto sono prezioso. Prezioso come la vita che trasporto. Dentro di me c’è il dono di molti donatori, potremmo dire di donatori… molto concentrati! Scusate la battuta, ma sono nato dal plasma di donatori di Cesena e di Forlì. Si sa che da queste parti abbiamo sempre la battuta pronta! Soprattutto perché donare mette una gran allegria!
Ogni scatola come la mia, di donatori ne contiene ben più di uno, perché sono il frutto di un lavoro lungo e complesso, che parte da una manica arrotolata e un sorriso, e arriva a un braccio teso e un sorriso. Ma nel viaggio… quante cose mi sono capitate!
Sono una dose di Fattore VIII, ve l’ho già detto, ma no vi ho detto a cosa servo. Sono fondamentale nella coagulazione del sangue, e curo i malati di emofilia A. Anche la parola emofilia viene da lontano: è un termine greco che significa “tendenza al sanguinamento”. Chi è affetto da questa malattia genetica ha il sangue che coagula molto lentamente, o non coagula affatto. Se non viene curata si può morire, non giriamoci intorno. Per questo mi sento così importante e orgoglioso di essere quello che sono: un farmaco salvavita.
Ora che sapete chi sono e a cosa servo, vi dirò perché viaggio verso il futuro. O meglio ancora, perché chi mi riceverà avrà un dono che arriva direttamente dal passato. Dopo essere stato raccolto, il plasma che mi compone deve subire molti processi: viene analizzato, congelato, scongelato, ri-analizzato, purificato, suddiviso, frazionato, liofilizzato… e solo una parte di questo processo diventa me. Il resto diventa altri farmaci, altrettanto importanti: immunoglobuline, albumina, Fattore IX, antitrombina, concentrati di complesso protrombinico e molto altro. Ognuno di questi prodotti aiuta qualcuno in seria difficoltà, e con questi miei “fratelli di sangue” (perché il plasma è la parte liquida del sangue!) abbiamo in comune l’essere nati dal dono di un volontario anonimo e non pagato. Sembra una cosa scontata ma non è così… ci sono Paesi in cui le aziende il plasma lo pagano. Ma qui in Italia è stata fatta una scelta diversa che io sinceramente approvo: come il sangue, anche il plasma non può essere compravenduto, e le aziende farmaceutiche che lo lavorano ricevono soltanto il compenso che serve per trasformarlo in un farmaco. Per questo è importante donare: se tutti lo fanno, il plasma c’è per tutti!
Ma adesso scusate, non ho più tempo per chiacchierare con voi. Sto correndo verso il futuro a bordo di un bellissimo furgoncino che trasporta farmaci. Sto andando da un bimbo nato da poco. Non so chi sia, ma è quasi sicuramente un maschietto: l’emofilia colpisce prevalentemente le persone di sesso maschile. Lui non lo sa ma quando hanno donato il plasma di cui sono fatto, non era ancora nato. Possono passare anche 9 mesi, perché io sia pronto. Sono il suo dono dal passato e lui sarà un po’ anche il mio bambino. Un bel bambino allegro, che avrà una vita praticamente normale, e che un giorno avrà dei bimbi a sua volta, e tanti progetti da realizzare.
Grazie a me. E grazie a voi.


Un messaggio dal futuro
è un racconto di finzione. I personaggi e le situazioni sono frutto di fantasia, le informazioni su sangue e plasma in esso contenute, invece no.
Se vuoi condividere un racconto a tema sangue e plasma o donazione scritto da te, invia a stampa.emiliaromagna@avis.it inserendo #storytelling nell’oggetto. Lo pubblicheremo sul nostro sito.