di Maurizio Pirazzoli
Presidente Avis Emilia-Romagna
Nel 2018 abbiamo conseguito un risultatio importante: l’approvazione del Piano sangue alla cui stesura abbiamo collaborato. Questo ci ha permesso di lavorare in tranquillità, e ci permette di guardare al 2019 con serenità dal punto di vista degli obiettivi di raccolta. Ma il nostro lavoro accanto e per conto del Servizio sanitario regionale non riguarda prioritariamente la raccolta di sangue e plasma, bensì la gestione, l’accoglienza, la cura delle nostre donatrici e dei nostri donatori.
In tutta la regione sono oltre 600 le persone che ogni mese si candidano attraverso la nostra iscrizione online alla visita di idoneità, la metà dei quali sotto i 35 anni. È un ottimo segnale, che smentisce il luogo comune che vede i giovani di oggi meno generosi e solidali. Diventare donatori tuttavia non è semplice: le precauzioni e i motivi di esclusione sono (giustamente) rigidi, a tutela della salute dei riceventi ma anche degli stessi donatori. Per questa ragione non dobbiamo abbassare la guardia: l’autosufficienza interna e la disponibilità che promettiamo ogni anno alle regioni che fanno più fatica non sono scontate. La base dei donatori periodici, anonimi e non remunerati deve essere ampia per garantire le scorte anche in periodi difficili come le epidemie influenzali invernali, o il West Nile Virus in estate. Dobbiamo lavorare perché non si dica mai: c’è un’emergenza. E su questo so di poter contare su tutti i volontari di ogni sede da Piacenza a Rimini.
Avis Emilia-Romagna è una macchina complessa che deve tener conto delle esigenze e delle personalità di tutti i suoi territori. Non è sempre facile: una delle sfide che dobbiamo affrontare è quella di cominciare a utilizzare il gestionale unico del Sistema trasfusionale regionale. Uno strumento che ci permetterà di tracciare in maniera univoca tutti i dati sulle donazioni e i donatori di sangue e plasma. Questo renderà possibile ai nostri donatori una mobilità fino ad oggi non gestibile: potranno infatti donare – previa prenotazione – in una qualunque delle unità di raccolta del territorio. Il gestionale unico ci permetterà inoltre di fare delle stime ancora più precise sui fabbisogni in ogni luogo e momento dell’anno, e di elaborare strategie di comunicazione che tengano conto della realtà e non solo della nostra percezione. Su questo strumento ci sono molte resistenze tra alcuni dirigenti e io mi sento di tranquillizzarli: il gestionale unico è un’infrastruttura di qualità che serve per lavorare meglio. Una volta imparato a maneggiare lo strumento, ci risparmierà tempo, denaro e fatica in burocrazia che potremo dedicare ai donatori e alle nostre attività. Fino ad oggi, mi si obietterà, abbiamo lavorato bene anche senza. Ma sarebbe come volersi tenere una macchina che ha fatto 600 mila chilometri solo perché l’ha usata Erasmo Baldini e Aldo Costa*… se devo fare tanta strada, devo avere una macchina nuova.
Tutte le aree regionali hanno lavorato bene e gettato le basi per gli obiettivi dei prossimi mesi. Abbiamo messo online 39 siti comunali che insieme ai 9 provinciali e a quello regionale costituiscono un corpo unico, garantendoci più visibilità, autorevolezza e affidabilità nelle informazioni sulla donazione e sui temi a noi cari: sani stili di vita, sessualità responsabile e consapevole, corretta alimentazione, promozione dello sport e del volontariato, contrasto alle dipendenze. Stiamo lavorando a un accordo con il Miur regionale per progetti di alternanza scuola-lavoro nelle nostre sedi e per un approccio metodologico uniforme dei nostri interventi nelle scuole. Stiamo lavorando con CRS e Regione Emilia-Romagna a campagne innovative che coinvolgano maggiormente la popolazione. Abbiamo lavorato per far crescere i numeri del Servizio civile, e saranno ben 26 i ragazzi e le ragazze che lavoreranno nelle nostre Avis nel 2019. Impareranno a conoscerci e, come sempre accade, qualcuno resterà con noi anche a fine servizio: come volontario e qualche volta come dipendente o collaboratore. Cosa che ci riempie di orgoglio perché generare occupazione giovanile all’interno del mondo Avis significa realizzare il piccolo miracolo del lavoro etico, al servizio del prossimo.
Facciamo inoltre fronte a tutte le novità legislative e amministrative, perché il volontariato oggi non è una cosa da dilettanti. Le norme sulla privacy, il bilancio sociale, la rendicontazione del 5 x mille, le direttive europee in materia di copyright e tutta la complessa normativa su sangue e plasmaderivati riguardano tutte le nostre sedi, le quali si aspettano da noi indicazioni precise e la presa in carico delle difficoltà. Si aspettano una guida solida, ed è quello che dobbiamo essere.
Avis Emilia-Romagna può essere un punto di riferimento per le proprie sedi e un esempio per le altre regioni a patto che ci sia sinergia e fiducia tra dirigenti, volontari, ragazzi del servizio civile, dipendenti e collaboratori. Ed è a questi ultimi, in tutta la regione, che rivolgo il mio pensiero: lavorano ogni giorno per realizzare quello che noi volontari immaginiamo. Per questo sono la nostra infrastruttura più importante.
Come Associazione abbiamo e dobbiamo avere sempre più la capacità di coniugare le novità tecnologiche con la sicurezza e qualità di sangue e plasma, con la sussidiarietà e solidarietà proprie del volontariato. Buone Feste e un lieto 2019 a tutti e ciascuno: che il nostro braccio teso sia un ponte verso il prossimo.
*storici dirigenti avisini
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