CSVnet ha presentato un report nazionale sulle Organizzazioni di Volontariato censite dal sistema dei CSV. La famiglia è il soggetto sociale più rappresentato, l’assistenza sociale e la sanità i settori in cui il volontariato opera maggiormente.

La legge quadro sul volontariato n. 266/1991 e il Decreto Ministeriale dell’ottobre del 1997 individuano, tra i compiti istituzionali dei CSV, la raccolta di informazioni, notizie, documentazione e dati sulle attività di volontariato locale e nazionale. I CSV (Centri di Servizio per il Volontariato) sono stati istituiti con lo scopo di sostenere e qualificare il volontariato e la cultura della solidarietà sul territorio attraverso servizi gratuiti per le OdV (Organizzazioni di Volontariato)  che sono gli enti impegnati praticamente nelle attività.

Il rapporto in questione si basa sui dati forniti dai Centri di Servizi per il Volontariato (CSV) che, a fini operativi, tracciano nelle proprie banche dati le informazioni di base relative alle Organizzazioni di Volontariato (OdV) che fanno loro riferimento.

L’analisi testuale delle denominazioni delle OdV fa emergere che il soggetto sociale maggiormente citato nelle denominazioni è la famiglia. Seguono gli anziani, i genitori, le donne, i giovani, i bambini, i disabili. Fra le parole più frequenti nei nomi delle OdV spiccano invece, tre parole: amici, insieme, sorriso. L’analisi testuale delle finalità permette, poi, di esaminare quali sono le attività descritte nella mission delle OdV: si evidenziano, in ordine, quelle di promozione, assistenza, donazione, sensibilizzazione, tutela, educazione (Vedi grafico 1).

In base ai valori assoluti, che premiano le regioni più popolose, in sole cinque regioni (Lombardia, Toscana, Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna) si concentra oltre la metà (55%) delle OdV registrate dai CSV. Il 67% delle OdV è una associazione non riconosciuta. Si rileva, inoltre, una caratterizzazione prettamente locale delle OdV: il 50% ha come massimo ambito territoriale di riferimento il comune, solo 5 OdV su 100, invece, hanno un riferimento territoriale nazionale o internazionale (vedi grafico 2).

Dal punto di vista dei volontari, la metà delle OdV per cui è registrato il dato opera con meno di 16 volontari: solo il 15% delle OdV ha un numero di volontari superiore a 50. Ancora, il 50% delle Odv ha meno di 60 soci. La rappresentanza legale delle OdV è composta per 2/3 da uomini. Le donne sono il 33% del totale in tutte le ripartizioni geografiche, le donne sono maggiormente presenti nei settori dell’educazione e della ricerca (dove raggiungono il 50%), della tutela dei diritti e dell’assistenza sociale.

Dal 1980 al 2007 il numero di nuove OdV costituite cresce costantemente con dei picchi nel 1991, in coincidenza con l’emanazione della legge quadro sul volontariato n.266/1991; nel 1994 e nel 2007 stesso. Negli ultimi anni si osserva una costante diminuzione del numero di nuove OdV costituite.

La maggior parte delle OdV opera nel campo dell’assistenza sociale e della sanità; da sole queste due classi racchiudono il 52% del totale delle OdV. Seguono le organizzazioni che si occupano di cultura, sport e ricreazione. Una OdV su quattro non ha indicato una categoria specifica di riferimento per la propria attività; un ulteriore 30% ha definito gli utenti in base a caratteristiche di genere (donne) o anagrafiche (anziani, minori, giovani). Fra queste, anziani e minori sono le categorie primarie di utenti. La classe di utenza della malattia e della disabilità coinvolge il 18% delle OdV. Si occupano di nomadi, immigrati o profughi il 5,7% delle OdV (vedi grafico 3).

Grafico 1

Grafico 2

Grafico 3