L’importanza del ferro nello sport è facilmente intuibile perché questo oligoelemento, oltre ad essere uno dei costituenti dell’emoglobina e della mioglobina e pertanto impegnato nel trasporto dell’ossigeno, è anche uno dei principali costituenti di molti enzimi implicati nel metabolismo energetico. La funzione di trasporto dell’ossigeno verso i tessuti muscolari è fondamentale durante la prestazione sportiva.
Il ferro è dunque un oligoelemento di estrema importanza. Una volta assorbito a livello intestinale il ferro si combina con una proteina formando la transferrina con la quale viene trasportato nel sangue. Il ferro in eccesso viene depositato soprattutto nel fegato sotto forma di ferritina; quando il tasso di ferro nel sangue scende a livelli bassi il metallo viene liberato prontamente dalla ferritina e messo in circolo. Il ferro viene rifornito con l’alimentazione essendo contenuto in misura variabile nelle frattaglie (fegato, milza, reni), nelle carni, nelle uova, nei cefalopodi (polpi, calamari), nel lievito di birra, nelle verdure, nei legumi, nel cioccolato, nella frutta secca. Nei soggetti normali il 5-10% e nei soggetti ferro-carenti il 20-30% del ferro ingerito viene assimilato come ferro trivalente, anche se il ferro bivalente risulta meglio assorbibile, per cui la contemporanea ingestione di riducenti (ad esempio la vitamina C) favorisce l’assorbimento del ferro.
L’assorbimento del ferro viene ridotto da sostanze contenute negli alimenti vegetali, quali l’acido fitico e fitati.
Negli atleti allenati che svolgono attività fisica di tipo prevalentemente aerobico è frequente il riscontro di livelli ridotti di emoglobina ed ematocrito, in assenza di situazioni patologiche. Questa condizione, frequente durante lo svolgimento di attività fisica particolarmente intensa, è stata denominata anemia da sport. Tra le forme di anemia da sport deve essere inclusa anche una condizione, indicata come “pseudo anemia” che si può considerare come logica conseguenza dell’allenamento. In tale circostanza si determina un’espansione del volume plasmatico non associata ad un corrispondente aumento della componente corpuscolata. Ciò può rappresentare un fattore favorevole contribuendo a migliorare la gittata cardiaca. Inoltre la ridotta concentrazione determina una diminuzione della viscosità ematica ed un conseguente aumento della sua fluidità, aumentando il flusso a livello muscolare e facilitando il trasporto di ossigeno ai tessuti.
L’anemia da sport vera e propria è spesso causata da una carenza di ferro. Tali carenze si manifestano prevalentemente negli atleti di durata e possono dipendere da apporto inadeguato, cattivo assorbimento ed aumento delle perdite. Per le prime due cause di carenza si è già sottolineato quanto sia importante la scelta degli alimenti sia per il contenuto del ferro, sia per le sostanze facilitanti l’assorbimento dell’oligoelemento. L’aumento della perdita di ferro può avvenire a livello intestinale, urinario, cutaneo. Da tenere in considerazione le perdite mestruali e l’eccessiva emolisi da trauma (in particolare nei maratoneti).
Dopo aver analizzato il problema dell’emoglobina nello sportivo prendiamo in considerazione la possibilità di inserire tra i donatori le persone che praticano sport. Partiamo da alcuni dati importanti. La quantità di ferro nell’organismo è di circa 4 gr. nell’uomo e 2,5 gr. nella donna. Ogni donazione di sangue sottrae 200-300 mg. di ferro che rappresenta il 4-7% del ferro totale nell’uomo e il 5-10% nella donna. Occorrono mediamente 90-100 giorni per recuperare il ferro perso con la donazione. Molto si è discusso se può essere utile una somministrazione supplementare di ferro. Molti non ritengono utile tale somministrazione e raccomandano invece una dieta adeguata. Altrettanto utili sono i controlli periodici (annuali) di emocromo, sideremia, ferritinemia.
Si può concludere che chi pratica sport (agonistico od amatoriale) può essere arruolato come donatore tenendo presente alcune considerazioni: l’atleta può donare sangue nei periodi di riposo o comunque lontano dagli impegni agonistici stressanti oppure scegliere la donazione in plasmaferesi (solo il plasma) che comporta una sottrazione di ferro non superiore a 5 mg. per donazione.
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