Le Avis del territorio portano le proprie pubblicazioni alla importante Fiera del Libro di Bologna, con particolare attenzione alla scuola, perché è lì che si semina la Cultura del dono.

di Fabrizio Di Paola

Nel quartiere fieristico della città felsinea si abbassa il sipario sulla 61° edizione della Bologna Children’s Book Fair, importante occasione di incontro per la comunità mondiale del libro per ragazzi, nonché principale evento internazionale per gli operatori del settore. Tra gli oltre 1500 espositori provenienti da più di 100 paesi diversi, Avis Emilia-Romagna scende in campo per sensibilizzare giovani ragazze e ragazzi sulla cultura del dono di sé.

Attivate, all’interno della rassegna, diverse iniziative a sostegno dell’industria editoriale promosse dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Agenzia ICE, con approfondimenti dedicati al mondo dell’editoria generalista (BolognaBook Plus) e al licensing dei contenuti per bambini e ragazzi (Bologna Licensing Trade Fair/Kids). Novità assoluta di questa edizione è la collaborazione intrapresa dalla Bologna Children’s Book Fair con l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), per realizzare iniziative incentrate sui temi della sostenibilità, del rispetto dei mari e dei diritti delle bambine e dei bambini.

Avis Emilia-Romagna, grazie all’operato di volontari e collaboratori provenienti da tutto il territorio e impegnati nei progetti dell’area scuola, possono raggiungere quante più ragazze e ragazzi possibile e la comunità degli insegnanti ed educatori. Uno strumento utile per diffondere il concetto solidarietà e di diritto alla salute, coinvolgendo le famiglie i dirigenti e il personale scolastico nelle diverse attività di sensibilizzazione messe in atto quotidianamente tra i banchi di scuola su tutto il territorio regionale. 

Presente all’evento anche Maurizio Pirazzoli, presidente di Avis Emilia-Romagna, per sottolineare il costante impegno e interesse dell’associazione nel sensibilizzare la comunità in ogni suo aspetto: “C’è il pregiudizio di pensare che le nuove generazioni non leggano. – riflette Pirazzoli – Questa fiera del libro ci dice l’opposto: il futuro dell’editoria è in mano ai giovani lettori. Lo stesso errore che talvolta facciamo con la donazione: i giovani ci sono e donano con  convinzione. Dobbiamo essere bravi a fidelizzarli e a  tenerli con noi“.