La salute delle persone è direttamente legata a quella del Pianeta. Un donatore di sangue e plasma lo sa. Ecco i piccoli gesti quotidiani che riducono la nostra impronta sulla Terra.

 

Diciamo la verità, siamo davvero pigri! Tutti noi ogni giorno sprechiamo acqua, buttiamo cibo, inquiniamo l’aria, compriamo inutilmente plastica che finisce brevemente nell’immondizia. In alcune circostanze non possiamo farne a meno, ma c’è margine per modificare alcune abitudini poco sostenibili, che ripetiamo senza accorgercene solo perché siamo abituati così. Non è indolore, il peso dei nostri consumi: non esiste un Pianeta B. È necessario cambiare, e farlo in fretta. I danni che l’inquinamento crea alla salute presentano un conto sempre più salato. L’OMS stima che l’inquinamento atmosferico, sia ambientale che domestico, causi 7 milioni di morti ogni anno: 5,6 milioni di morti per malattie non trasmissibili e 1,5 milioni per polmonite. 

I donatori difendono e proteggono la salute umana con tanta forza e determinazione, e conoscono il piacere che deriva dal fare la cosa giusta. Per questo possono ancora una volta dare il buon esempio! E siccome è più facile cominciare dalle piccole cose, ecco qualche consiglio per farlo senza grande fatica. Se cominciamo noi, altri ci seguiranno. E allora, forza! Dalla mattina quando ci alziamo alla sera quando andiamo a dormire, ecco cosa possiamo fare per diventare sempre di più… donatori sostenibili!

Ore 7.00: prepararsi per uscire

spazzolino usa e getta no grazie

 

Le setole dello spazzolino da denti si consumano, ma i manici no! Perché buttare tutto e non sostituire solo la testina? Si può fare scorta di ricambi, venduti anche separatamente, e risparmiare all’ambiente tanta plastica inutile. In alternativa sono in commercio spazzolini di bamboo che si riciclano direttamente nel bidone dell’umido. La stessa cosa vale per i rasoi: si può evitare l’usa e getta e comprare i ricambi delle lame. Una scelta intelligente che non costa fatica. Ed è un segnale per i produttori: se compriamo solo ricambi ne faranno un numero maggiore, il loro costo di produzione scenderà e così il loro prezzo. Facile, no?

Ore 7.30: oddio, cosa mi metto!

L’industria dell’abbigliamento è la seconda più inquinante del Pianeta dopo quella petrolifera. Ed è anche una ladra di risorse idriche! Per fare una t-shirt si utilizzano in media 2.700 litri d’acqua, dalla pianta di cotone al consumatore. Tutto per indumenti che spesso hanno un ricambio velocissimo e finiscono già dopo pochi mesi infondo a un cassetto o… in un cassonetto. La buona notizia è che non serve rinunciare alla moda, basta cambiare abitudini d’acquisto: cose di qualità fatte nel rispetto di ambiente e lavoratori, invece di capi a poco prezzo senza sapere da chi e come sono stati prodotti. E poi lo scambio, i mercatini di seconda mano, i capi in fibre naturali che inquinano e “bevono” meno: lino, canapa, eucalipto, bamboo. Grazie alle tecnologie, possiamo indossare capi bellissimi, morbidi e anche etici: il fashion è garantito!

Ore 10.30: caffè in vetro, grazie

caffè in vetro anche alla macchinetta

Perché rinunciare al piacere di un caffè in una bella tazzina di vetro? Una pausa è più gradevole, se la tazza è chic!
Si può godere di questo piccolo piacere tutti i giorni in ufficio, in fabbrica, ovunque si lavori o studi. Basta inserire la propria tazzina sotto l’erogatore e riporre il bicchierino di plastica nel dispenser: potrà essere utilizzato da qualcuno di passaggio che non ha la sua tazzina con sé. Anche le capsule per il caffè sono una pessima idea. per l’ambiente e anche per il portafoglio. Se proprio non ami la cara, vecchia moka, hai delle alternative: le cialde compostabili o i filtri per caffè in ceramica o vetro.

Ore 13.30: uh, che fame!

tapperware per il pranzo, basta plastica usa e getta

Un’insalata o una zuppa confezionate costano in media 9 volte di più al chilo rispetto alla versione casalinga e conservano circa un terzo delle vitamine originarie. Inoltre si producono montagne di imballaggi usa e getta che i consumatori pagano 2 volte: all’acquisto e con la tassa sui rifiuti. Ne vale la pena? Esistono contenitori ermetici di tutti i colori, forme e capienze. Per pranzi sani preparati a casa con cura e materie prime di qualità. Basta farne un po’ di più la sera prima, o congelare il cibo già porzionato, cucinato quando si ha il tempo per farlo.

Ore 15.00: idratarsi sempre

borraccia avis

Un noto pubblicitario era solito dire ai suoi studenti: “Chi vende l’acqua nelle bottiglie di plastica non vende acqua, vende bottiglie di plastica. Uno dei business più remunerativi e una delle truffe più colossali a spese dei consumatori“. Se ci pensiamo, è proprio così: guardando l’etichetta quasi nessuna delle acque in vendita nella bottiglia di plastica presenta proprietà migliori di quella che arriva nei nostri rubinetti. E anche quando il bacino idrico non offre garanzie (davvero un’esigua minoranza, nel nostro Paese) c’è sempre l’alternativa del depuratore domestico, dell’acqua in bottiglia di vetro e delle fontane pubbliche, che stanno nascendo in tantissimi centri abitati.
Per avere l’acqua sempre con sé, basta una borraccia o – come va di moda dire ora – una bottiglia water to go. Il corpo umano adulto ha bisogno di almeno un litro e mezzo di acqua al giorno per rimanere idratato e far funzionare a dovere muscoli e cervello. Quanta plastica è possibile risparmiare all’ecosistema se di elimina quella delle bottiglie?

Ore 17.30: tea time!

thé sfuso più buono ed economico

Abbiamo mai pensato a quanto the contiene una bustina? Pesa di più il sacchetto del contenuto. A parità di qualità, i prodotti sfusi costano all’etto quasi la metà di quelli già imbustati. E si possono scegliere delle ottime selezioni di the o tisane utilizzando un infusore, scegliendolo tra mille forme, materiali e capienze. Per rendere davvero speciale l’ore del the.

Ore 20.00: cosa mangiamo stasera?

Non è necessario essere vegani o vegetariani: basta fare la spesa scegliendo con coscienza e consapevolezza. Gli allevamenti intensivi non sono solo luoghi di grande crudeltà verso gli animali, sono anche i maggiori responsabili (insieme alle monocolture intensive) dell’inquinamento del suolo e delle acque, emettono enormi quantità di gas serra e facilitano i processi di antibiotico-resistenza anche nell’uomo. Dobbiamo imparare a mangiare un pochino meno ma molto meglio. Scegliamo i prodotti locali o quelli che offrono garanzie di qualità, sostenibilità e rispetto per l’ambiente e per l’uomo. Mangiamo prodotti fatti artigianalmente e diminuiamo il consumo di preparati e semilavorati industriali. Abbiamo una tradizione culinaria che il mondo ci invidia: facciamone tesoro.

Ore 21.30: carichiamo la lavatrice?

ricariche per detersivi basta plastica usa e getta

La parola magica è ricarica, o refill. Che sia il detersivo per i panni, il sapone per i piatti, il bagnoschiuma o qualunque detersivo liquido, la confezione fa la differenza. I refill sono più leggeri da trasportare, meno ingombranti da stivare e meno impattanti come quantità di plastica una volta vuoti. Gli imballaggi sono insostenibili, inutili e costosi. Con un pochino di attenzione, facendo la spesa si può ridurre fino a un sacchetto di imballaggi ogni volta. Provare per credere.

Ore 22.30: prepararsi per la notte

cotone usa e getta un danno per l'ambiente

Per struccarsi si usano anche 2 o 3 dischetti al giorno: in un anno ne verranno buttati oltre mille. I dischetti struccanti classici, inoltre, sono venduti in sacchetti di plastica, per la maggioranza non riciclata. Lo stesso vale per le salviette struccanti. Anche per farsi belle (e belli) le alternative al cotone idrofilo non mancano. In commercio si trovano molte spugnette e dischetti riutilizzabili, che si sciacquano e asciugano rapidamente. 

E anche per andare a donare, lavorare, visitare un’altra città… quando si può, meglio la bici, il bus, il treno. In conclusione, cambiare richiede sempre un piccolo sforzo iniziale, ma se è per una buona causa ci si abitua facilmente, e ci si sente bene. Un mondo più sano dipende da ciascuno di noi, e col nostro esempio possiamo ispirare le generazioni future a proseguire in questa direzione. A passi leggeri.