Immagine di Giovanna Riccipetitoni, primario di Chirurgia pediatrica della Clinica Buzzi di Milano

Giovanna Riccipetitoni

Lavora a Milano ma è nata a Bagnara di Romagna (Ravenna) e si è laureata a Ferrara, specialista in Chirurgia Generale e in Chirurgia Pediatrica. Giovanna Riccipetitoni ha tenacemente perseguito la vocazione chirurgica sin dal terzo anno di Medicina e successivamente ha ricoperto ruoli di responsabilità sempre maggiore, maturando la sua formazione nei Centri di Chirurgia Pediatrica di mezza Europa: Marsiglia, Manchester, Parigi, Strasburgo. Nel 2005 diventa primario di Chirurgia pediatrica della Clinica Buzzi di Milano, la prima donna in Italia a ricoprire questo ruolo e per giunta in un ospedale d’eccellenza nella cura delle patologie infantili. Diventa inoltre la prima donna ai vertici dell’Associazione dei chirurghi ospedalieri, che raggruppa più di cinquemila medici. Il suo lavoro dimostra nei fatti e tutti i giorni che le donne possono essere ottimi chirurghi oltre che ottimi diagnosti. Perché nell’ambiente medico su questo aspetto qualche pregiudizio è ancora duro a morire…

Una carriera di tutto rispetto, nonché in solitaria… E’ ancora così oggi o altre donne hanno raggiunto questo traguardo?
Fortunatamente altre donne hanno raggiunto la mia posizione di Direttore di Struttura Complessa in chirurgia pediatrica e, per alcune, sono stata io stessa a promuoverne la carriera. Faccio alcuni esempi di donne Direttore in Chirurgia pediatrica: Gloria Pelizzo al Policlinico S.Matteo di Pavia, Sandra Federici a Rimini, Raffaella Aceti a Cosenza. Per quel che mi riguarda, nel frattempo ho avuto l’onore di essere nominata Segretario dell’ EUPSA (European Pediatric Surgeons Association): non solo prima donna ma primo italiano a ricoprire questo ruolo prestigioso.

E’ vero che nell’ambiente medico italiano per le donne è sempre più difficile? E se sì, secondo lei, perché?
L’ambiente medico italiano è oggi molto “femminile”, infatti il 65-70% dei laureati in Medicina è donna. Ciò che non è facile continua ad essere la carriera, soprattutto in un periodo di lavoro precario anche in ambito medico. E la precarietà sulle donne pesa ancora di più che sugli uomini. Un’altra barriera in ingresso dipende dal fatto che alcune Aziende Ospedaliere non coprono le assenze per gravidanza, e questo disincentiva di fatto l’assunzione di Medici donna. A questo si sommano le difficoltà storiche nella progressione della carriera, ma io resto fiduciosa perché tante sono le colleghe, bravissime e competenti che sicuramente riusciranno ad emergere.

La più grande soddisfazione fino ad oggi nella sua carriera?
Sono due: la nomina a Milano e quella a Segretario Eupsa. Davvero due momenti importanti.

Il traguardo che non è ancora riuscita a raggiungere e i progetti per il futuro?
Le due cose coincidono: il mio progetto per il futuro è favorire la nascita a Milano di un Ospedale dei Bambini come in altre realtà nazionali e di contribuire a realizzarlo in prima persona. E’ questo l’obiettivo che vorrei raggiungere e il progetto a cui sto lavorando con passione.

Infine: da medico chirurgo cosa direbbe a una persona per convincerla a donare sangue?
Tutti i giorni curiamo bambini con patologie gravi, spesso affetti da tumore, per i quali la disponibilità di sangue è fondamentale allo loro sopravvivenza. La chemioterapia e le cure chirurgiche determinano infatti una grave anemizzazione non compensabile dal loro midollo. Il sangue in questi casi è vita: permette di affronantare le cure e superare la malattia. Donando il sangue aiutiamo i bambini a sopravvivere.