Il Centro Nazionale Sangue ha segnalato 4 casi di malaria che si sospetta possa essere autoctona e non importata: ovvero che il virus possa essere stato trasmesso da una zanzara infetta a un essere umano all’interno del territorio italiano. Non si tratterebbe, quindi, di un’infezione trasmessa all’estero ed importata da un essere umano sul territorio nazionale.

Questa eventualità ha fatto scattare, come già accade per il West Nile Virus e la Chikungunya, misure specifiche di prevenzione trasfusionale, ovvero la sospensione di 6 mesi nella donazione di plasma e sangue per tutte le persone residenti o per quelle che abbiano soggiornato almeno una notte nei Comuni elencati qui sotto e geolocalizzati nella mappa.

Comuni oggetto della sospensione:

Ginosa (TA)

(aggiornamento in tempo reale)

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Casi IMPORTATI di malaria in Italia (2011-2015)
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Casi AUTOCTONI di malaria in Italia (2011-2015)
Dei 3.626 casi di importazione (in soggetti che hanno viaggiato):
20,0% in cittadini italiani – 80,0% in cittadini stranieri.

Cos’è la malaria

La “Mal aria” così definita in seguito alla credenza che venisse contratta dai miasmi malsani emanati dalle acque stagnanti delle paludi è una grave malattia causata da protozoi parassiti trasmessi all’uomo da zanzare ad attività crepuscolare-notturna del genere Anopheles. Assieme alla tubercolosi e all’Aids, la malaria è oggi una delle principali emergenze sanitarie del pianeta: si contrae in seguito alla puntura della femmina di una delle circa 60 specie diverse di zanzare appartenenti al solo genere Anopheles,

Sintomi 

I sintomi della malaria appaiono da 7 a 14 giorni dopo la puntura da parte della zanzara infetta e sono di varia natura: mal di testa, vomito, diarrea, sudorazioni e tremori, comuni, almeno inizialmente, a quelli un’ influenza o ad altre infezioni, ma comunque sempre accompagnati da febbre elevata. La malaria da P. falciparum arriva a essere letale distruggendo i globuli rossi e quindi causando una forte anemia ma soprattutto ostruendo i capillari che irrorano il cervello (in questo caso si tratta di malaria cerebrale). In genere, ma non sempre, gli accessi febbrili si presentano ciclicamente seguendo il ciclo stesso di riproduzione e moltiplicazione del parassita. Le forme di malaria dovute agli altri parassiti sono decisamente meno gravi. I sintomi possono presentarsi anche con qualche giorno di ritardo rispetto a P. falciparum.

Profilassi

Non esiste un unico schema applicabile dovunque: la profilassi idonea va studiata caso per caso, in base al Paese visitato, al tipo di viaggio e al tempo di permanenza. Sul fronte vaccini, la ricerca non ha ancora prodotto un vaccino effettivo anche se esistono diversi possibili candidati su cui la comunità scientifica sta lavorando, soprattutto grazie al completamento della sequenza gnomica di Plasmodium spp. L’uso di zanzariere trattate con insetticidi e di trattamenti preventivi a intermittenza con farmaci antimalarici può significativamente ridurre l’incidenza della malattia nelle zone endemiche, sia tra i bambini che tra le donne in gravidanza, soggetti particolarmente vulnerabili. Circa 10 mila donne e 200 mila dei loro neonati muoiono ogni anno nel mondo in seguito a infezione da malaria durante la gravidanza. Nell’ultima decade, un nuovo gruppo di antimalarici, diversi composti combinati dell’artemisinina (ATCs), stanno dando ottimi risultati terapeutici anche nell’arco di una settimana, con riduzione della presenza di plasmodio e quindi della sua capacità di trasmissione e miglioramento dei sintomi.


(tratto dalla Revisione a cura di Roberto Romi
dipartimento di Malattie infettive, parassitarie ed immunomediate -Mipi, Iss)